Salvo errori e/o omissioni sono stati solo due i
quotidiano che hanno ricordato, con uno spazio adeguato, Emilio Gabaglio:
Avvenire e Conquiste del lavoro. Scomparso il 7 ottobre dello scorso anno, Gabaglio è stato
definito dal segretario generale della Cisl un grande sindacalista. Luigi
Sbarra ha anche partecipato il 22 novembre alla conferenza in ricordo di Emilio
Gabaglio organizzata a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo dalla Confederazione
europea dei sindacati. Altre iniziative si sono svolte in ricordo di Gabaglio.
Eppure…Eppure non è mancato, tra qualche anziano dirigente della Cisl, chi ha
sommessamente rammentato come Gabaglio sia stato spesso messo nell’angolo dalla
sua Cisl. Soprattutto, aggiungo io, a partire dal momento in cui entrò in segreteria
confederale. La sua elezione avvenne nel corso del Consiglio generale del 4-6
luglio 1983. In quell’occasione, oltre a Gabaglio, furono eletti Franco
Bentivogli, Sante Bianchini e Sergio D’Antoni. I voti ottenuti da Gabaglio
suscitarono l’ira di Pierre Carniti al punto che l’allora segretario generale
della Cisl vietò a Conquiste del lavoro di dare notizia della votazione.
Notizia, però, che fu doveroso comunicare alle strutture con circolare n. 82
dell’8 luglio 1983. Nella citata circolare si specifica che Bentivogli e
Bianchini hanno ottenuto 170 voti, D’Antoni 174 e Gabaglio 148.
Dopo il Congresso del 1985 a Gabaglio fu affidata la
segreteria organizzativa. Un posto delicato e, almeno in via di principio, di
potere interno, afferma Gabaglio a pagina 67 del libro-intervista di Elisabetta
Scavo: “L’ho fatto fino al 1987, senza avere mai l’impressione di contare più
di tanto: Marini aveva una grande conoscenza della macchina, quadri, categorie,
strutture, e se ne occupava di persona”.
Quando Franco Marini decise di affidare la
segreteria organizzativa ad un altro membro della segreteria trovò non poche
difficoltà a trovare il sostituto che, presumibilmente, avrebbe dovuto gestire
tutto il percorso congressuale. All’epoca la Cisl aveva due segretari generali
aggiunti e non era scontato che dopo il Congresso confederale sarebbero rimasti
due.
Non è dato sapere se nei verbali della segreteria
confederale che giacciono nelle casse depositate nei locali dell’Archivio
storico del Senato della Repubblica, sia dato compiutamente conto delle
riunioni avvenute tra la fine del 1987 e i primi giorni del 1988. Sta di fatto
che non poche sedute andarono a vuoto perché, soprattutto in vista dei futuri
equilibri dell’Organizzazione, i candidati erano più di uno e Marini non voleva
forzare la mano. Aspiravano all’incarico, tra gli altri, Domenico Trucchi,
Giorgio Alessandrini e Luca Borgomeo. Alla fine la spuntò, con grande sorpresa,
l’ultimo arrivato in segreteria. Quel Carlo Biffi che aveva preso il posto di
Paolo Sartori alla Fisba e che in segreteria confederale oltre
all’organizzativo ricoprì un altro ruolo di grande prestigio e potere interno,
quello delle politiche del bilancio e del tesseramento.
Carlo Biffi è morto nel novembre scorso. Io ho avuto
l’onore di collaborare con lui in tutti e due i settori. Anni di studio e di
lavoro intensissimi. Un’esperienza che mi ha consentito di conoscere a fondo il
cuore pulsante dell’Organizzazione e di affrontare gli impegni successivi –
direzione editoriale di Edizioni Lavoro, responsabilità dell’osservatorio sulla
sindacalizzazione della Cisl, responsabilità della Biblioteca centrale Cisl –
con un grande bagaglio di conoscenze e competenze.
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