lunedì 7 maggio 2012

I finanziamenti pubblici ai sindacati


L’incarico conferito dal Governo Monti a Giuliano Amato di fornire analisi e orientamenti sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati, non poteva non sollevare perplessità e preoccupazione in quasi tutte le organizzazioni sindacali.
Il rischio che si tocchino patronati, centri di assistenza fiscale, aspettative e permessi del settore pubblico e altro ancora è reale.
Se poi si trovasse il modo di porre fine al sistema della trattenuta su salari, stipendi e pensioni per la riscossione dei contributi sindacali, il gioco sarebbe fatto: il sindacato, tutto il sindacato, farebbe una brutta fine.
Cosa potrà dire il dottor Sottile di più rispetto a quanto si trova scritto in libri (come quelli di Stefano Livadiotti e Bernardo Mattarella) o e-book (come quello scaricabile all’indirizzo http://online.cisl.it/bibliotecaweb/FAV3-000191D3/I09B50347) o in tesi di laurea (come quella segnalata all’indirizzo http://online.cisl.it/bibliotecaweb/FAV3-0001554C/I00BCC316) che, sempre più numerosi, hanno affrontato la problematica del finanziamento dei sindacati?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

i soldi che affluiscono ai sindacati sono molti di più da quanto risulta dalle indagini segnalate. non si sa niente di come sono utilizzati. gli iscritti avrebbero diritto di saperlo.

Anonimo ha detto...

Non solo gli iscritti. Anche i cittadini che si scandalizzano per i finanziamenti ai partiti. Se non ci fossero risorse pubbliche tutti i sindacati italiani sarebbero sul lastrico. Non sarebbe un bene per il paese?

Anonimo ha detto...

Riconosco che ci sono alcuni settori del sindacato come il patronato, utili per il cittadino,
non andiamo oltre, tutti gli altri dovrebbero vergognarsi di esistere.
perchè i sindacati non pubblicano i loro bilanci? e se lo fanno vorrei sapere dove leggerli.
facile fare manifestazioni a carico dei contribuenti no?
un cordiale saluto, pippo anni 71