mercoledì 17 aprile 2024

Dialoghi surreali di tre autoferrotranvieri

 

Non ho la patente. Da quasi settant’anni sono quindi costretto a spostarmi utilizzando i mezzi pubblici. Ho avuto anche il piacere, qualche decennio or sono, di fare un paio di docenze a corsi di formazione sindacale della Fit, la federazione dei trasporti della Cisl. Una mia figlia lavora, dopo aver vinto un concorso all’ex Cotral (ora Atac), come operatrice di stazione nella metropolitana di Roma ed è stata iscritta alla Fit. Non potevo quindi non leggere, se non altro per curiosità, un libretto dalla copertina e dal titolo intriganti (Claudio Calderan, Dialoghi surreali: impressioni, idee, pensieri e racconti di tre autoferrotranvieri, Edizioni Lavoro, Roma, 2023, pp. 139, euro 15,00). Un libretto (libricino lo definisce l’autore) bello da vedere, confezionato con qualche tratto di eleganza, destinato ad un mercato interno. Posseduto, ho voluto fare questa verifica ancora per curiosità, da nessuna delle biblioteche aderenti all’Sbn, il Servizio bibliotecario nazionale. Un vero peccato perché merita di essere gustato anche da quanti non hanno conosciuto Danilo Granaroli, storico sindacalista della Cisl, cui il volume è dedicato e di cui Danilo, assieme all’autore e a Marco Davelli, è di fatto coautore e protagonista. Sì, perché il libro non fa altro che raccontare di una serata di luglio avanzato passata in compagnia prima e dopo la consumazione di una pizza e di un antipasto di fritti accompagnati da birra rossa alla spina e da grappa vicentina da meditazione. I dialoghi surreali del titolo non sono il solito cazzeggio, ma un insieme di riflessioni dal sapore storico, filosofico, pratico, politico, sindacale, con un piccolissimo sconfinamento a sfondo sessuale che trova il suo apice nelle “zinne meravigliose” di una donna bellissima, in carne e vedova che abitava vicino al deposito Tuscolana e che si prestò a giocare un brutto scherzo ad un collega del giovane Danilo.

Ad un certo punto Danilo, che si definisce pazzo anarchico, racconta il suo incontro con la Cisl dopo essere stato assunto all’Atac come meccanico nel 1960. Accetta di dare una mano a Murano Oreste chiarendo fin dall’inizio che:” Basta che non mi rompi i coglioni con la Democrazia cristiana!”. E qui viene fuori la storia del Danilo sindacalista e dei cambiamenti che dagli anni Sessanta in poi hanno interessato le aziende del trasporto romano.

I dialoghi sconfinano anche nel soprannaturale con agganci alla realtà del lavoro con quei miracolini (quando qualcosa di difficile diventa facile) che aiutano a risolvere situazioni intricate che sono il pane quotidiano degli autoferrotranvieri.

Tutto questo intervallato da tre poesie in romanesco e in rima niente male.

Tra i numerosi personaggi che appaiono nel libro conservo un bel ricordo di Mario Di Carlo che fu, tra l’altro, presidente dell’Atac, e che scomparve prematuramente. Non amava portare la cravatta e cercò in vari modi di coinvolgere l’utenza nel miglioramento dei servizi di trasporto della Capitale.

Danilo Granaroli è morto nell’estato del 2022.


(Pubblicato su Conquiste del lavoro del 12 aprile)


1 commento:

enrico giacinto ha detto...

Il libro è posseduto dalla biblioteca dell' associazione Bibliolavoro di Milano