mercoledì 27 settembre 2023

La verità di Vincenzo Scotti sul giallo dei decimali della scala mobile del 1983

 

Nell’intervista di Giampiero Guadagni a Vincenzo Scotti pubblicata su Via Po cultura del 16 settembre l’ex ministro del Lavoro rivela come nacque quello che fu definito il giallo dei decimali di punto della scala mobile. Nella notte tra il 22 e il 23 gennaio del 1983 governo, organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro firmano il “protocollo Scotti” contro l’inflazione. La firma avviene dopo una trattativa in cui sindacati e imprenditori non si incontrano mai direttamente, con il ministro che fa la spola tra le stanze del ministero che ospitano le due delegazioni. L’accordo prevede, tra l’altro, un taglio del meccanismo della scala mobile nulla specificando sulla fine che faranno, nel computo degli scatti, i decimali che matureranno. Secondo le imprese le frazioni di punto maturate sono perse per sempre. Per i sindacati, invece, vanno accantonate e aggiunte a quelle successive fino a formare un nuovo punto di scala mobile. La querelle si trascinerà per oltre tre anni e sarà definita solo con l’accordo interconfederale dell’8 maggio 1986 sui contratti di formazione e lavoro.

Nell’intervista Scotti dice di aver fatto alle parti una dichiarazione volutamente ambigua sui decimali: “se dopo l’accordo l’inflazione resta alta, Confindustria non pagherà i decimali e li metterà alla fine dell’anno; se invece scende paga i decimali”. Una dichiarazione che scatena una serie di reazioni: da Lama che deve sentire la direzione del partito comunista a Carniti che non vuole sottoporsi alle decisioni del Pci, fino ad Agnelli che fa sapere di voler aderire perché i decimali non vengono pagati. Il racconto di Scotti su questo punto è pieno di particolari inediti e gustosi che meritano di essere letti fino all’ultima riga.

Chissà cosa ne pensano oggi della versione di Scotti, a oltre cinquant’anni di distanza da quella vicenda, due tra i protagonisti di quell’accordo, Giorgio Benvenuto in qualità di contraente e Massimo Mascini come giornalista testimone oculare di tutta la trattativa?


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