martedì 4 febbraio 2020

La curiosa anomalia del sindacato italiano


Il sindacato italiano non se la passa male dal punto di vista organizzativo. Lo affermano, in forma più o meno diretta, alcuni studi pubblicati in questi ultimi mesi a livello internazionale a partire dal rapporto dell’Ilo sul futuro del lavoro e i sindacati nella trasformazione https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_dialogue/---actrav/documents/publication/wcms_731147.pdf
La forza del sindacato italiano è confermata dal rapporto dell’Ocse sulla contrattazione  https://www.oecd-ilibrary.org/employment/negotiating-our-way-up_1fd2da34-en
Il quadro storico dell’andamento della sindacalizzazione dal 1960 al 2018 è illustrato da Jelle Visser nel suo osservatorio http://uva-aias.net/en/ictwss
Come si spiega questo fenomeno che fa dell’esperienza italiana una delle poche eccezioni al declino sindacale nel mondo?
Se lo chiede Paolo Feltrin sull’ultimo numero di Italianieuropei. Nel caso italiano, scrive Feltrin, ciò che è realmente curioso non è il declino del fenomeno sindacale, ma le ragioni che ne spiegano la sopravvivenza, la persistenza, a volte perfino il rafforzamento organizzativo. Pertanto la domanda da farsi è: come mai il sindacato italiano, il sindacato confederale, non è stato travolto dall’onda montante della rivoluzione digitale, della globalizzazione e delle politiche neoliberiste?
Sul sito è possibile leggere i testi integrali di altri interessantissimi saggi https://italianieuropei.it/it/la-rivista/archivio-della-rivista/itemlist/category/185-italianieuropei-1/2020.html
                 


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