Un pezzo di storia d’Italia
vista con gli occhi di una rivista, Il Nuovo Osservatore, e di un personaggio,
Giulio Pastore, che in quella storia hanno avuto un posto e un rilievo di primo
piano.
Francesco Marcorelli ha
scritto un libro che descrive in forma scorrevole fatti e avvenimenti che sono
di solito affrontati con uno stile paludato se non addirittura involuto.
Giulio Pastore è stato il
padre fondatore della Cisl. “Pastore fu veramente un ‘fondatore’ – scrive
Giuliano Cazzola nel suo libro intitolato ‘Storie di sindacalisti’ – nel
senso che il suo pensiero e la sua impostazione contribuirono grandemente a
delineare il profilo originale della Cisl (quello che rimane il tratto
dominante anche dell’organizzazione odierna)”.
Giulio Pastore è stato anche
un parlamentare, un uomo politico di primo piano che ha militato - ed è stato
un leader - nei gruppi della sinistra democristiana. Lasciò la segreteria
generale della Cisl dopo la sua nomina nel 1958 a ministro per l’intervento
pubblico straordinario nel Mezzogiorno.
Pastore è stato anche, fin da
giovanissimo, direttore di giornali. Cominciò, a poco meno di 20 anni di età,
col settimanale “Il Monte Rosa”. Proseguì dal 1924 al 1926 col periodico “Il
Cittadino”. Fondò e diresse per alcuni anni, prima come segretario generale
della Lcgil e poi come segretario generale della Cisl, il quindicinale “Bollettino
d’informazioni sindacali” e il settimanale “Conquiste del lavoro”. La sua più
lunga e intensa esperienza si consumò però con Il Nuovo Osservatore che Pastore
diresse dal giugno 1960 fino alla sua morte avvenuta il 14 ottobre 1969.
Francesco Marcorelli percorre
tutte le fasi che hanno caratterizzato la vita della rivista voluta da Pastore
quando, terminata l’esperienza sindacale, si dedicò all’opera politica nella Dc
e nel ministero per il Mezzogiorno e le aree depresse d’Italia.
Il libro, scrive nella
presentazione Andrea Ciampani, offre un quadro storico della nascita e dello
sviluppo della rivista e del delinearsi di un approccio culturale, interno al
partito democristiano, che coniugava le esigenze di affermare un’identità
cattolico-sociale con un’apertura dialogica che finì per costituirne un tratto
caratterizzante anche sotto il profilo politico.
Il primo numero della rivista
esce il 3 dicembre 1958. È diretta, fino al 3 dicembre 1959, da Mario Romani,
il professore dell’Università cattolica che aveva affiancato Pastore nella
costituzione dalla Cisl. Redattore responsabile è Vincenzo Scotti che avrà un
ruolo di primo piano in tutte le vicende de Il Nuovo Osservatore fino agli anni
Ottanta del secolo scorso.
La rivista si proponeva di dare
un contributo per lo sviluppo culturale, sociale, politico ed economico del
Paese, cercando di rivolgersi il più possibile a tutti. La rivista è laica e si
incontrano, tra le sue pagine, fenomeni culturali diversi: cattolico, laico -
socialista, liberale. Proprio per questo - scrive l’autore - diviene un punto
di riferimento e di mediazione tra le varie anime e culture che le compongono.
Marcorelli descrive con
tratti a volte avvincenti il contesto nel quale si sviluppa la rivista
ripercorrendo gli avvenimenti più importanti dalla seconda metà degli anni
Cinquanta fino alla fine degli anni Sessanta.
Il numero del 13 dicembre
1959, in cui non compare alcun direttore, è l’ultimo della prima serie della
rivista che vive un momento di difficoltà e non esce fino al 20 giugno 1960
quando Giulio Pastore ne assume la direzione che durerà fino al n. 83
dell’ottobre 1969. Vincenzo Scotti è vice direttore responsabile.
Nei mesi precedenti Pastore
si era dimesso dalla carica di ministro assieme agli altri due ministri della
sinistra democristiana a causa della costituzione del governo Tambroni che
ottenne l’appoggio determinante di deputati missini ed ex monarchici.
La rivista guarda con
attenzione alla politica di centrosinistra e alla collaborazione tra cattolici
e socialisti per un governo forte che dia stabilità al paese e avvii un
programma di riforme. Tra le firme del primo quinquennio de Il Nuovo
Osservatore diretto da Pastore quelle di Ernesto Balducci, Renzo De Felice,
Gino Giugni, Mario Grandi, Giovanni Marongiu, Pietro Merli Brandini, Piero
Pratesi e Sergio Zoppi che nel 1962 affianca Pastore e Scotti col ruolo di
segretario di redazione. Quasi tutti i contributi sulla rivista non sono
firmati per dare un senso di gruppo redazionale unitario.
Il Nuovo Osservatore segue e
commenta la situazione politica e sociale italiana con una particolare
attenzione alle vicende legate alla Dc e alla Cisl, ma non trascura l’analisi
internazionale e le novità provenienti dalla Chiesa. Dedica un intero
supplemento - con contributi, tra gli altri, dello stesso Pastore, di Giorgio
La Pira, Ernesto Balducci, Rosario Scarpati, Vincenzo Saba e Pasquale Colella -
all’enciclica Mater et Magistra. Ampio spazio è dato anche al Concilio Vaticano
II e alla Pacem in terris.
Nel secondo quinquennio della
direzione di Pastore il ventaglio delle collaborazioni rimane sostanzialmente invariato.
Tra i nuovi autori spunta il nome di Franco Marini.
Uno dei temi su cui la
rivista torna con insistenza è quello del Mezzogiorno e del suo sviluppo.
Il Nuovo Osservatore
attraversa altri momenti di crisi in cui interrompe le uscite. L’ultimo numero
del 1968 è pubblicato nel mese di settembre. Il primo del 1969 è datato giugno-luglio.
Pastore muore il 14 ottobre.
I suoi collaboratori lo ricordano nel numero di ottobre che era già in stampa e
nel numero successivo, il primo della serie dopo la direzione di Pastore, dedicato
interamente alla sua figura.
Dopo un periodo di interruzione
la rivista riprende il suo cammino dal maggio 1970 sotto la responsabilità di
Vincenzo Scotti e con attore principale Vincenzo Saba. La serie si interrompe
per mancanza di risorse finanziarie ma poco dopo Scotti la riedita fino agli
anni Ottanta affidandone la direzione a Franco Scaglia.
Marcorelli nel capitolo
conclusivo della sua opera riassume così gli elementi che differenziano le tre
fasi della rivista: Romani ha un’intenzione sindacale, il suo è un foglio per
l’èlite di questo mondo, da accompagnare all’azione culturale della Cisl,
mentre Pastore vuole la crescita culturale del mondo cattolico e delle
emergenti forze sociali, in vista del loro inserimento nei ruoli di
responsabilità dello Stato; Scotti vuole una rivista per accompagnare le battaglie
nella Dc.
Oltre alla prefazione di
Marini il libro contiene una presentazione di Andrea Ciampani, una postfazione
di Pier Luigi Ledda, un’appendice fotografica e la bibliografia.
Francesco Marcorelli, Giulio
Pastore e il Nuovo Osservatore: storia di un uomo e di una rivista che hanno
cambiato il cattolicesimo politico italiano, Riano, Emia edizioni, 2018, pp.
216, euro 16,00
2 commenti:
Caro Giacinto hai letto bene il libro? Non scrivi niente su Pastore presidente della CISL?
Caro Anonimo, ho letto bene il libro e ho rilevato e fatto presente all'autore il fatto che tu metti in rilievo. L'autore ha detto che in una seconda edizione del volume rimedierà all'errore. In un prossimo post ne scriverò di più.
Enrico Giacinto
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