giovedì 20 settembre 2018

Giulio Pastore e Il Nuovo Osservatore: un libro di Francesco Martorelli


Un pezzo di storia d’Italia vista con gli occhi di una rivista, Il Nuovo Osservatore, e di un personaggio, Giulio Pastore, che in quella storia hanno avuto un posto e un rilievo di primo piano.
Francesco Marcorelli ha scritto un libro che descrive in forma scorrevole fatti e avvenimenti che sono di solito affrontati con uno stile paludato se non addirittura involuto.
Giulio Pastore è stato il padre fondatore della Cisl. “Pastore fu veramente un ‘fondatore’ – scrive Giuliano Cazzola nel suo libro intitolato ‘Storie di sindacalisti’ – nel senso che il suo pensiero e la sua impostazione contribuirono grandemente a delineare il profilo originale della Cisl (quello che rimane il tratto dominante anche dell’organizzazione odierna)”.
Giulio Pastore è stato anche un parlamentare, un uomo politico di primo piano che ha militato - ed è stato un leader - nei gruppi della sinistra democristiana. Lasciò la segreteria generale della Cisl dopo la sua nomina nel 1958 a ministro per l’intervento pubblico straordinario nel Mezzogiorno.
Pastore è stato anche, fin da giovanissimo, direttore di giornali. Cominciò, a poco meno di 20 anni di età, col settimanale “Il Monte Rosa”. Proseguì dal 1924 al 1926 col periodico “Il Cittadino”. Fondò e diresse per alcuni anni, prima come segretario generale della Lcgil e poi come segretario generale della Cisl, il quindicinale “Bollettino d’informazioni sindacali” e il settimanale “Conquiste del lavoro”. La sua più lunga e intensa esperienza si consumò però con Il Nuovo Osservatore che Pastore diresse dal giugno 1960 fino alla sua morte avvenuta il 14 ottobre 1969.
Francesco Marcorelli percorre tutte le fasi che hanno caratterizzato la vita della rivista voluta da Pastore quando, terminata l’esperienza sindacale, si dedicò all’opera politica nella Dc e nel ministero per il Mezzogiorno e le aree depresse d’Italia.
Il libro, scrive nella presentazione Andrea Ciampani, offre un quadro storico della nascita e dello sviluppo della rivista e del delinearsi di un approccio culturale, interno al partito democristiano, che coniugava le esigenze di affermare un’identità cattolico-sociale con un’apertura dialogica che finì per costituirne un tratto caratterizzante anche sotto il profilo politico.
Il primo numero della rivista esce il 3 dicembre 1958. È diretta, fino al 3 dicembre 1959, da Mario Romani, il professore dell’Università cattolica che aveva affiancato Pastore nella costituzione dalla Cisl. Redattore responsabile è Vincenzo Scotti che avrà un ruolo di primo piano in tutte le vicende de Il Nuovo Osservatore fino agli anni Ottanta del secolo scorso.
La rivista si proponeva di dare un contributo per lo sviluppo culturale, sociale, politico ed economico del Paese, cercando di rivolgersi il più possibile a tutti. La rivista è laica e si incontrano, tra le sue pagine, fenomeni culturali diversi: cattolico, laico - socialista, liberale. Proprio per questo - scrive l’autore - diviene un punto di riferimento e di mediazione tra le varie anime e culture che le compongono.
Marcorelli descrive con tratti a volte avvincenti il contesto nel quale si sviluppa la rivista ripercorrendo gli avvenimenti più importanti dalla seconda metà degli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Sessanta.
Il numero del 13 dicembre 1959, in cui non compare alcun direttore, è l’ultimo della prima serie della rivista che vive un momento di difficoltà e non esce fino al 20 giugno 1960 quando Giulio Pastore ne assume la direzione che durerà fino al n. 83 dell’ottobre 1969. Vincenzo Scotti è vice direttore responsabile.
Nei mesi precedenti Pastore si era dimesso dalla carica di ministro assieme agli altri due ministri della sinistra democristiana a causa della costituzione del governo Tambroni che ottenne l’appoggio determinante di deputati missini ed ex monarchici.
La rivista guarda con attenzione alla politica di centrosinistra e alla collaborazione tra cattolici e socialisti per un governo forte che dia stabilità al paese e avvii un programma di riforme. Tra le firme del primo quinquennio de Il Nuovo Osservatore diretto da Pastore quelle di Ernesto Balducci, Renzo De Felice, Gino Giugni, Mario Grandi, Giovanni Marongiu, Pietro Merli Brandini, Piero Pratesi e Sergio Zoppi che nel 1962 affianca Pastore e Scotti col ruolo di segretario di redazione. Quasi tutti i contributi sulla rivista non sono firmati per dare un senso di gruppo redazionale unitario.
Il Nuovo Osservatore segue e commenta la situazione politica e sociale italiana con una particolare attenzione alle vicende legate alla Dc e alla Cisl, ma non trascura l’analisi internazionale e le novità provenienti dalla Chiesa. Dedica un intero supplemento - con contributi, tra gli altri, dello stesso Pastore, di Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Rosario Scarpati, Vincenzo Saba e Pasquale Colella - all’enciclica Mater et Magistra. Ampio spazio è dato anche al Concilio Vaticano II e alla Pacem in terris.
Nel secondo quinquennio della direzione di Pastore il ventaglio delle collaborazioni rimane sostanzialmente invariato. Tra i nuovi autori spunta il nome di Franco Marini.
Uno dei temi su cui la rivista torna con insistenza è quello del Mezzogiorno e del suo sviluppo.
Il Nuovo Osservatore attraversa altri momenti di crisi in cui interrompe le uscite. L’ultimo numero del 1968 è pubblicato nel mese di settembre. Il primo del 1969 è datato giugno-luglio.
Pastore muore il 14 ottobre. I suoi collaboratori lo ricordano nel numero di ottobre che era già in stampa e nel numero successivo, il primo della serie dopo la direzione di Pastore, dedicato interamente alla sua figura.
Dopo un periodo di interruzione la rivista riprende il suo cammino dal maggio 1970 sotto la responsabilità di Vincenzo Scotti e con attore principale Vincenzo Saba. La serie si interrompe per mancanza di risorse finanziarie ma poco dopo Scotti la riedita fino agli anni Ottanta affidandone la direzione a Franco Scaglia.
Marcorelli nel capitolo conclusivo della sua opera riassume così gli elementi che differenziano le tre fasi della rivista: Romani ha un’intenzione sindacale, il suo è un foglio per l’èlite di questo mondo, da accompagnare all’azione culturale della Cisl, mentre Pastore vuole la crescita culturale del mondo cattolico e delle emergenti forze sociali, in vista del loro inserimento nei ruoli di responsabilità dello Stato; Scotti vuole una rivista per accompagnare le battaglie nella Dc.
Oltre alla prefazione di Marini il libro contiene una presentazione di Andrea Ciampani, una postfazione di Pier Luigi Ledda, un’appendice fotografica e la bibliografia.

Francesco Marcorelli, Giulio Pastore e il Nuovo Osservatore: storia di un uomo e di una rivista che hanno cambiato il cattolicesimo politico italiano, Riano, Emia edizioni, 2018, pp. 216, euro 16,00






2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giacinto hai letto bene il libro? Non scrivi niente su Pastore presidente della CISL?

enrico giacinto ha detto...

Caro Anonimo, ho letto bene il libro e ho rilevato e fatto presente all'autore il fatto che tu metti in rilievo. L'autore ha detto che in una seconda edizione del volume rimedierà all'errore. In un prossimo post ne scriverò di più.
Enrico Giacinto