“Nel 1984 ho fondato a Pieve Santo Stefano un
archivio che raccoglie diari, memorie, epistolari di persone sconosciute: i
documenti scritti, di ogni persona che li conservi o li abbia conservati in un
angolo della propria casa, sono diventati per me l’oggetto di una ricerca sulla
vita umana. Lavorando per anni all’interno di partiti che dicevano di lottare
per la dignità della persona, avevo visto che in questo campo le delusioni
superano di gran lunga i passi in avanti che si possono compiere nell’arco di
un’esistenza. Per la dignità della persona si può fare qualcosa di più partendo
dall’interessamento per la persona singola. Chi cerca la scorciatoia politica,
putando sul riscatto rivoluzionario delle masse, finisce per tradire l’attesa
dei singoli individui che costituiscono queste masse. Quando mi sono rivolto a
persone sconosciute, chiedendo loro di consegnarmi ricordi scritti, per salvare
queste testimonianze da una perdita sicura, ho avuto l’impressione di
riscattare cinquant’anni di frustrazioni patite nella ricerca della stessa cosa
per un’altra via, quella di un’«illusione», sempre delusa da se stessa”.
Così Saverio Tutino nelle pagine conclusive del suo
libro (Saverio Tutino, L’occhio del barracuda: autobiografia di un comunista,
Milano, Terre di mezzo, 2024, pp. 425, euro 14,00) che è stato ristampato dopo
quasi trent’anni dalla sua prima pubblicazione per Feltrinelli.
Dal 12 al 15 settembre si svolgerà a Pieve Santo
Stefano (Arezzo) la quarantesima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino con
numerosi appuntamenti che collegano tre date fondamentali della sua storia: il
1944 quando il borgo fu raso al suolo dall’esercito tedesco in ritirata, il
1984 anno della fondazione dell’Archivio dei diari e oggi, nel 2024, in cui le
ragioni per cui è nato l’archivio trovano la più alta e grave delle
espressioni: non un cimitero per i ricordi, ma un vivaio della memoria.
Sabato 14 alle 17 due incontri saranno dedicati al
fondatore dell’Archivio dei diari. Nel corso dell’iniziativa, che è realizzata
in collaborazione con il Comitato nazionale per la celebrazione del centenario
della nascita di Tutino, oltre all’autobiografia sarà presentato un saggio
inedito (Andrea Mulas, L’oro introvabile. Saverio Tutino e le vie della
rivoluzione, Bologna, il Mulino, 2024, pp. 176, euro 19) che indaga a fondo lo
spirito rivoluzionario di Tutino.
La nuova edizione dell’autobiografia - la cui
lettura, soprattutto nella prima parte, richiama alla memoria le pagine più
avvincenti de “Il provinciale” di Giorgio Bocca - è arricchita da una bellissima prefazione di
Marcello Flores che non manca di sottolineare come l’Archivio di Pieve Santo
Stefano sia diventato una delle più originali e interessanti avventure
culturali dell’Italia a cavallo tra il XX e il XXI secolo.
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