martedì 24 agosto 2021

Eraldo Crea nei diari di Bruno Trentin e quel Congresso Cisl del 1989

 

Peccato per quella “delazione politica di Eraldo Crea” (anziché dell’azione politica) a pagina 142 e per quell’appendice documentaria (da pagina 107 a pagina 184) che avrebbe meritato un indice meno sparagnino. Ciononostante, il libro curato da Andrea Ranieri e Ilaria Romeo su Bruno Trentin e l’eclisse della sinistra merita una lettura più che attenta per quanto può dire, ancor oggi, a quella che una volta si chiamava la sinistra.

La scelta dei curatori di pubblicare dai diari 1995-2006 solo le parti riguardanti il sindacato e i suoi rapporti con la politica, cioè il concetto di sindacato come soggetto politico e la sua capacità di autonomia nutrita di progettualità, può essere contestata, ma è una scelta.

In continuità con i diari integrali del 1988-1994 curati da Iginio Ariemma per Ediesse, Eraldo Crea è uno dei pochissimi personaggi citati con parole di stima e di affetto. Oltre alla nota del 17 luglio 1998 in cui Trentin annota che deve elaborare un contributo sugli scritti di Crea e ricorda il suo (di Crea) intervento al Congresso della Cisl del 1989 che, aggiungiamo noi, venne subito dopo quello di Trentin nelle vesti di numero uno della Cgil "Lavoro e solidarietà in Italia e in Europa" (15.07.1989) (radioradicale.it) il libro di Ranieri e Romeo riporta nella documentazione il testo integrale di Trentin che fu poi pubblicato sui volumi curati da Giorgio Alessandrini per Edizioni lavoro su Eraldo Crea (Eraldo Crea: l’autonomia e l’unità, il sindacato soggetto politico, scritti e discorsi 1962-1991). Queste pagine su e per Crea occupano nel libro uno spazio che non ha confronto con gli altri documenti. Non è un caso, poi, che nelle presentazioni del libro su Trentin Crea sia stato più volte citato (ad esempio da Tronti e Valtulina) con parole di grande stima e considerazione, come pure è stato citato da Carlo Ghezzi nella commemorazione del 30 settembre 2020 di Andrea Gianfagna Andrea Gianfagna, ricordo di un compagno - Collettiva

Eraldo Crea, al quale è dedicato un padiglione del Centro studi Cisl di Firenze rinunciò, nel 1989, a diventare l’unico successore di Franco Marini alla segreteria generale Cisl “per una sua scelta personale, intima, difficile, per alcuni aspetti misteriosa, nel senso morale e religioso della parola - scrisse Vincenzo Saba nel libro Il problema storico della Cisl - quando si è di fronte alla coscienza dell’uomo. Continuerà, peraltro, a servire la Cisl, con immutata fedeltà e fierezza, finché la sua vita terrena non avrà termine, di lì a poco, nel 1992”.

Massimo Mascini nel libro Profitti e salari venti anni di relazioni industriali 1980-2000 sul congresso del 1989 scrisse che la Cisl approfittò molto poco di quell’occasione “un po’ perché la strategia non è di casa nella Cisl di quegli anni, un po’ perché si mette volontariamente la sordina all’unico elemento di vivacità intellettuale, la persistenza all’interno della confederazione di due anime abbastanza diversificate tra loro. Eraldo Crea, uno dei due vicesegretari generali, che sarebbe dovuto diventare proprio in occasione del congresso l’unico numero due della Cisl, prova a innescare la polemica rinunciando a venti giorni dall’assise alla sua nuova carica e chiarendo con un lungo e appassionato intervento nella sede congressuale di averlo fatto proprio per far esplodere le differenze e strappare il velo un po’ ipocrita di unanimismo che nasconde le diversità. Il suo tentativo è generoso, ma non coglie l’obiettivo”.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosa sarebbe successo se Crea non avesse fatto il gran rifiuto? Si può ipotizzare che dopo di lui e D'Antoni sarebbe toccato a Morese e/o Cocilovo saltando la prassi del segretario designato dal predecessore?

Anonimo ha detto...

Con Crea segretario generale la storia della Cisl avrebbe preso un'altra piega. Purtroppo il governo della generazione del Centro studi di Firenze (Carniti,Colombo,Crea e Marini) è durato poco più di un decennio e D'Antoni se fosse rimasto in panchina ancora un po' avrebbe combinato meno guai

Anonimo ha detto...

Di quella generazione è rimasto solo Mario Colombo. Un personaggio di grande spessore purtroppo spesso sottovalutato nella storia della cisl

Anonimo ha detto...

Sono anche io convinto che l'attuale situazione della cisl sia dovuta alla catena di errori commessa da D'Antoni che, pure, può essere considerato l'ultimo grande segretario generale della Cisl.