Sarà un caso, ma quasi tutti i provvedimenti del governo Monti hanno inferto una profonda ferita al sindacato.
La riforma del sistema pensionistico e quella del mercato del lavoro penalizzano pensionati e lavoratori alla soglia della pensione, lavoratori del pubblico impiego e lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti, cioè lo zoccolo duro del sindacalismo confederale.
Se si tiene conto di altre punture di spillo, quale ad esempio il taglio dei compensi ai Caf per l’attività di assistenza fiscale, tutto appare come se il sindacato sia spinto - a meno di un cambio di rotta - verso un declino irreversibile.
L’aveva già da tempo previsto Giannelli con una vignetta pubblicata sul Corriere della sera.
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