Per essere un libro di una collana che “raccoglie scritti
brevi di studiosi di eclettica formazione e provenienza…che vogliano esprimersi
su temi attuali, di vasto interesse trasversale, con linguaggio chiaro e
comprensibile ad una vasta platea”, 712 pagine sembrano, ad onor del vero, un
po’ troppe. Forse però non è proprio così perché ben 685 pagine, cioè più del
96 per cento del totale, riportano il testo della principale fonte del diritto
della Repubblica italiana, dalla quale dipendono gerarchicamente tutte le altre
norme giuridiche dell’ordinamento dello Stato: la Costituzione. Come? 685 pagine
per i 139 articoli della nostra Carta costituzionale, compresi quelli abrogati?
Sì, proprio così. Ma, precisiamo, 139 articoli ripetuti 22 volte, in italiano,
in due delle più praticate lingue di minoranza (sardo e friuliano) e in 19 dei
principali dialetti del nostro straordinario e variegato Paese.
Il volume (che fa parte della collana
Eclettica-mente, piccoli scritti su grandi temi) curato da Vito Tenore (La
Costituzione tradotta nelle lingue e nei dialetti regionali italiani: la Carta
Costituzionale in 2 lingue “di minoranza” e nei 19 dialetti dei Capoluoghi
regionali, presentazione di Filippo Patroni Griffi giudice della Corte
Costituzionale, Roma, Anicia, 2024, pp. 712, euro 30,00) si configura come
un’operazione politica e culturale che rappresenta un atto di amore e di
rispetto per il Paese, per le istituzioni e per la Carta costituzionale.
L’obiettivo prioritario del libro è tentare di
raggiungere fasce meno culturalmente attrezzate che possono ricevere nuovo
stimolo da una rilettura della legge fondamentale e delle sue prescrizioni. Una
rilettura in chiave regionalistica che, per la sua bellezza, capacità evocativa
e musicalità, può essere pungolo anche per altre fasce di lettori.
Il lavoro di traduzione della Costituzione è stato
affidato a magistrati della Corte dei conti di estrazione regionale molto varia
coadiuvati da linguisti e studiosi locali.
Nella penultima pagina del libro due Q-code consentono
di ascoltare in lingua italiana e in versione multidialettale (nell’audio Vito Tenore
parla di una perla linguistica sonora multidialettale) la Costituzione.
L’ascolto e la lettura dei vari testi è un viaggio
sorprendente e affascinante in un mosaico culturale e linguistico che, forse,
avrebbe fatto la gioia di Tullio De Mauro. Un piccolo esempio. Il primo
articolo recita che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Quel “fondata su lavoro” trova espressioni dialettali che valorizzano un
patrimonio storico culturale, ricco e complesso, di immenso valore. Si passa
dal fontata suju laùru dell’aquiliano
al ca tene li ffundaziòne sòva la fatija
del potentino, per arrivare al fundata
ncopp’ ‘o lavoro del napoletano, al che
se fa sur fatigà del romano, al fondada
sul laô del milanese, al fendate
sop’a la fatiche del barese, al fundada
asuba de su traballu del sardo campidanese, al chi si funna ‘ncapu ô travagghiu del palermitano, al fondéye su lo travaill del
francoprovenzale, al fondata ntól lavoro
del perugino.
Il volume nelle prossime edizioni potrebbe includere
le altre dieci lingue delle minoranze presenti sul territorio italiano,
riconosciute e tutelate dalla legge. Il curatore, che è presidente di sezione
della Corte dei Conti e professore di diritto del lavoro pubblico presso la
Scuola nazionale dell’amministrazione, sembra non escluderlo.
Per quanto riguarda l’audio, va precisato che la
versione multidialettale è ispirata, diversamente dalla parte scritta, a un
criterio non alfabetico, con un viaggio sonoro dal Sud al nord d’Italia che
termina in Sardegna. Si comincia con Salvatore Chiazzese che legge in
palermitano i primi sei articoli e si chiude con Michele Ladu che recita in
cagliaritano gli ultimi sei.
Sarebbe un’idea balzana fare tanti piccoli libri con
il testo della Costituzione in italiano e in lingua di minoranza e/o dialetto
con annesso audio? Nel frattempo Vito Tenore, nelle ultime righe del volume, scrive
che sarà lieto ed onorato di ricevere dai lettori, soprattutto linguisti e
appassionati dei dialetti regionali, spunti correttivi e migliorativi di
passaggi imprecisi nella traduzione.
(pubblicato su via Po cultura del 13 luglio 2024)
Nessun commento:
Posta un commento