mercoledì 3 luglio 2024

Il sindacato italiano visto dalla Cia

 

Ho acquistato il libro (Raffaele Romano, Il sindacato italiano visto dalla Cia: dal fascismo alla guerra fredda, Amazon, 2023, pp. 322, euro 20,00) sperando di trovare qualcosa di nuovo rispetto a quanto già scritto sulla materia. Mi aspettavo, ad esempio, un cenno sul sostegno alla minaccia di scissione della Cisl negli anni Settanta del secolo scorso.

Le mie aspettative sono andate deluse. Non mi è rimasto, per rinfrescare la memoria, che ridare una sbirciatina ai volumi di Formigoni (La scelta occidentale della Cisl), Romero (Gli Stati Uniti e il sindacalismo europeo) e Grazzini (Viaggio negli anni del sindacato libero).

Quello che più mi ha colpito del lavoro di Raffaele Romano, che guarda con occhio di riguardo alla Uil, è il trattamento – per così dire – subìto da Giulio Pastore.

Nella prefazione, a pagina 12, Giorgio Benvenuto scrive Giuseppe Pastore anziché Giulio. Un errore in cui l’ex segretario generale della Uil, ora presidente della fondazione Bruno Buozzi, incorre non per la prima volta.

A pagina 172 Giulio diventa Mario, mentre il sindacalista comunista Raffaele Pastore (correttamente citato a pagina 119) viene sacrificato nell’indice dei nomi, al pari del Mario di cui sopra, al due volte tartassato Giulio.

È il destino dei libri autoprodotti che giustificano refusi come quello che vede l’Afl sostenere in Italia la costituzione di un sindacato democratico anticonformista. O l’anticipazione di quasi quarant’anni della scelta della Uil di proclamarsi il sindacato delle persone.


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