“A ottantadue anni di età, il 21
giugno se ne è andato nella sua Reggio Emilia Pippo Morelli. Il suo nome
probabilmente dice poco o nulla all’ultima generazione di sindacalisti. Da
vent’anni infatti un grave ictus lo aveva messo fuori gioco…Ora rimangono
soprattutto i motivi di rimpianto tra quanti l’hanno conosciuto ed hanno
beneficiato della sua amicizia, ma anche per l’intero sindacato che sulla sua
eredità dovrebbe ritrovare non pochi elementi di riflessione. Qui mi limito a suggerirne
tre: il rapporto società ed economia; la politica sindacale unitaria; il ruolo
della formazione degli adulti. Sono questioni che, sebbene siano state rimosse
nella pratica quotidiana, mantengono un significato ed un valore
imprescindibile. Per questo spero che altri riprendano ed approfondiscano la
ricerca. Magari proprio a partire dall’impegno che su di esse ha profuso
Morelli”. Così scrisse Pierre Carniti l’1 luglio del 2013 ricordando la
scomparsa del suo compagno di tante lotte.
Alla fine del 2020, dopo più di
sette anni Edizioni lavoro, la casa editrice della Cisl, dà alle stampe Sapere Libertà Mondo: la strada di Pippo
Morelli, un volume di 500 pagine con cui l’autore, Francesco Lauria, conclude
una trilogia iniziata con Le 150 ore per
il diritto allo studio: analisi, memorie, echi di una straordinaria esperienza
sindacale e proseguita con Quel filo
teso tra Fiesole e Barbiana: don Milani e il mondo del lavoro.
Non ci poteva essere modo
migliore per finire un 2020 in cui la Cisl ha festeggiato il suo
settantesimo anno di vita. Il volume di Lauria, nel ricostruire il percorso
compiuto da un sindacalista come Pippo Morelli, aiuta a capire come e perché
l’organizzazione creata da Giulio Pastore sia stata definita una “splendida
anomalìa”.
Il miglior complimento al libro è
venuto da Giuliano Cazzola, ex autorevole sindacalista socialista della Cgil, che
con Morelli ha operato sia nella Flm (Federazione lavoratori metalmeccanici) che
in Emilia Romagna. Oltre a due belle recensioni sul Bollettino Adapt Politically
(in)correct – Un libro su Pippo Morelli. Quando la storia di un uomo diventa la
storia di tutti - www.bollettinoadapt.it e su ildiariodellavoro La strada di Pippo
Morelli (ildiariodellavoro.it) Cazzola di Lauria ha
scritto che: “Quando morirò mi piacerebbe che ci fosse uno come lui a
ricordarmi…Se sapessi che Lauria scriverebbe un libro così anche per me sarei
disposto a morire domani”.
Lauria ha scoperto Morelli
studiando gli anni della Flm in cui i metalmeccanici davano l’assalto al cielo,
la sinistra sindacale, le 150 ore, e questo suo innamoramento lo ha portato a
scavare a fondo sulle vicende sociali, politiche e culturali che dalla seconda
metà degli anni Cinquanta fino ai primi anni Novanta del secolo scorso hanno
caratterizzato la vita della Cisl e dell’intero sindacato italiano. Una sorta
di storia della Cisl raccontata attraverso il cammino di Morelli. Un cammino
che, secondo l’autore, così come aveva scritto Carniti, offre spunti anche al
sindacato d’oggi.
Nel suo percorso Morelli ha
incontrato tutti i grandi protagonisti della Cisl da Romani (con cui si è
laureato) a Storti, da Macario a Carniti a Marini, della Uil, a partire da
Benvenuto, e della Cgil, Trentin e Lama e altri. Ha incontrato però altri
grandi sindacalisti della sua categoria che hanno segnato momenti di vita
significativi della Fim: Manghi, Castrezzati, Gavioli, Pagani, Tridente,
Cavazzuti, Morese, Caviglioli…e soprattutto Franco Bentivogli, il successore di
Carniti alla guida della Fim cui, secondo non pochi, avrebbe avuto titolo lo
stesso Morelli. E quella della successione è una storia nella storia. Una storia
di altri tempi in cui l’uno riteneva che l’altro ne avesse più diritto. In
alcuni passaggi sembra quasi di leggere una favola.
Su Morelli Lauria ha le idee
chiare. “Dopo dieci anni sulle sue tracce - scrive - ritengo Pippo Morelli una
figura eccezionale e originale, un protagonista quasi inavvertito del Novecento
italiano”. Per l’autore la Cisl di Morelli dà continuità alla concezione
originaria dell’organizzazione fondata da Pastore. Un’interpretazione, questa,
che non potrà non suscitare perplessità in quanti, a vario titolo, ritengono
che l’ispirazione originaria della Cisl sia stata stravolta.
L’opera di Lauria, sotto questo
versante, può rappresentare l’occasione per approfondire dal punto di vista
storico, ma non solo, il periodo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni
Settanta che ha visto la Cisl spaccata quasi a metà in uno scontro senza
precedenti. Una spaccatura che ha avuto riflessi nei rapporti tra dirigenti e
quadri sindacali anche negli anni successivi. Basti pensare che nel periodo in
cui Morelli diresse il Centro studi Cisl di Firenze alcune strutture non
vollero utilizzare la scuola sindacale di San Domenico di Fiesole.
Nella parte finale il libro
contiene alcune testimonianze. Di particolare interesse – per chi, come
l’autore di questa nota, ha vissuto in prima persona gli avvenimenti narrati
dai primi anni Settanta in poi – quelle di Franco Marini, Gian Primo Cella e
Paolo Feltrin. L’ex segretario generale della Cisl, ad esempio, rivendicando il
ruolo svolto da quelli che definisce riformisti centristi esprime valutazioni
su cosa avrebbe potuto diventare la Cisl se avesse prevalso la sinistra carnitiana
o se si fosse realizzata la scissione.
Il volume, oltre ad una prefazione di Bruno Manghi e ad una postfazione di Ivo Lizzola, contiene un ricco apparato fotografico, un indice dei nomi e una robusta bibliografia.
15 commenti:
Non ho trovato il libro in libreria. Immagino che Marini, in modi più sfumati, abbia sostenuto quanto Donat Cattin scrisse su Carniti a Zaccagnini. È così?
Il libro può essere richiesto direttamente alla casa editrice. Per il resto risponderò prossimamente in un altro post.
Ciao grazie Enrico, maggiori informazioni sul libro e il link diretto per acquistarlo (sarà in libreria a febbraio) al link:
www.lastradadipippomorelli.blogspot.com
Ok. Grazie a te Francesco
Letto. Bello. Racconta una bella cisl che non c'è più
Ho divorato il libro dopo aver letto il post. Bei tempi, bella, bellissima Cisl. Mi resta solo un dubbio che giro a Giacinto, del cui blog sono attento lettore. Non ho trovato menzione, nemmeno nelle testimonianze, di quello che viene considerato il momento più alto (la citazione, se non ricordo male, è dello stesso Giacinto)dell'elaborazione politica e culturale del sindacato italiano sui temi della formazione. Intendo la conferenza unitaria sulla scuola e sul diritto allo studio in cui, se non ricordo male, Pippo Morlli ebe un ruolo non di secondo piano.
Caro anonimo (perchè non ti palesi?)
Si hai ragione è un passaggio importante che è sfuggito (anche perchè forse fu un convegno che non ebbe seguito politico) ma che merita una ripresa. Ci proveremo.
Caro amico, ti ringrazio per l'attenzione che dedichi al mio blog. Tu ricordi benissimo. Siamo noi, quelli sopravvissuti, che abbiamo rimosso dalla memoria quei momenti. L'autore del libro, che ha fatto un lavoro certosino, credo non abbia trovato traccia della relazione di Morelli alla Conferenza unitaria del maggio 1978 in nessuno degli archivi frequentati. La citazione che tu riporti, però, non è mia ma di quello che considero il mio maestro, Maurizio Polverari. Il bravo Lauria, probabilmente, era destinato a fare una nuova edizione anche di questo libro che conclude la sua trilogia.
Ti sarei grato, mantenendo anche l'anonimato se lo desideri, se volessi contattarmi. Mi piacerebbe sottoporre al vaglio della tua prodigiosa memoria una serie di post di carattere storico.
Caro Lauria non mi paleso per poter esprimere senza condizionamenti il mio sentire e per non essere disturbato. Mi complimento per il lavoro che hai fatto soprattutto perchè dà voce e visibilità ad una grande figura che la CISL aveva bistrattato da vivo e dimenticato da morto. Io ricordo solo che la conferenza unitaria sullascuola e sul diritto allo studio non è stato un convegno qualsiasi ma un momento importante per durata e partecipazione che non ha poi avuto il seguito politico che meritava. Ma questo è un altro discorso
Mi potete confermare che Conquiste del lavoro non ha pubblicato niente sul libro di Lauria? Se così fosse, perché? forse perché Morelli, figura scomoda da vivo per la cisl di Marini, resta scomodo per la cisl attuale?
Conquiste non ha pubblicato niente. Il che appare strano trattandosi di un libro di edizioni lavoro. Bisogna dire che una figura come quella di Morelli oggi, più di ieri, appare scomoda per questa organizzazione ed esaltarla creerebbe danni, soprattutto nella stagione congressuale
Oggi il supplemento economia di Conquiste ha pubblicato una bella recensione di Salvatore Vento. Peccato che la redazione del pezzo non sia stata perfetta
Mi sembra un successo una recensione sul giornale della cisl dato che pippo, salvo che nella fim e nell'unione regionale che diresse, è stato sempre considerato un personaggio scomodo
Il bellissimo libro di Lauria meritava una recensione su quello che una volta era definito il quotidiano della Cisl. Che l'abbia fatta un ex sindacalista come Salvatore Vento vale ancora di più perché Vento era uno dei pochi che conosceva e apprezzava profondamente Pippo che gli attuali dirigenti della Cisl non sanno neppure chi fosse
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