sabato 22 marzo 2014

Tempi duri per i bilanci dei sindacati

Che sarebbe andata così era prevedibile. Da chi ha invitato Renzi a tagliare tutti i trasferimenti pubblici ai sindacati per darli ai lavoratori e alle imprese, a chi è sceso in piazza per chiedere anche la riduzione dei permessi e dei distacchi sindacali e una profonda revisione della normativa sui Caf.
Forse Cgil, Cisl e Uil hanno sbagliato a rispondere all’articolo di Osvaldo Paolini su “Il Messaggero” dell’11 marzo. Oscar Giannino ha avuto buon gioco a rincarare la dose chiedendo, per il primo maggio, il regalo di un bel bilancio consolidato.
I sindacati, probabilmente, non sono ancora nelle condizioni di costruire e far conoscere quei bilanci consolidati che pure sono previsti nelle loro norme statutarie e/o regolamentari. Forse saranno costretti a farlo quando il Parlamento approverà le proposte di legge sulla materia con un’ampia maggioranza che vedrà assieme Lega, Forza Italia, Grillini e una parte del Pd.
I sindacati, a partire da quelli confederali, farebbero meglio, anziché rispondere ogni tanto o addirittura querelare chi si permette di indagare sulle loro risorse finanziarie, a diffondere, semplificandoli, documenti come quello pubblicato su “Conquiste del lavoro” del 20 marzo o come quello presentato all’audizione della Commissione finanze del Senato il 5 febbraio scorso.

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