venerdì 14 febbraio 2014

Cremaschi e la legge sulla democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro

Il brutto episodio dell’attivo regionale della Cgil a Milano, che ha visto protagonista Giorgio Cremaschi, la dice lunga sullo stato della democrazia sindacale in Italia e sui rapporti tra la confederazione di Corso d’Italia e pezzi importanti della sua organizzazione, a partire dalla federazione dei metalmeccanici. L’incidente era nell’aria. Al punto che la riunione dei delegati e delle delegate dei settori non aderenti a Confindustria pare fosse stata organizzata con l’esplicita volontà di escludere soprattutto la Fiom. Così il pensionato Cremaschi, membro del Direttivo nazionale della Cgil, ne è uscito con le ossa rotte. A rimettere tutto a posto penserà, probabilmente, il prossimo presidente del Consiglio, con una legge sulla democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro. Una legge che potrebbe consentire ai lavoratori italiani di riprendere a votare per qualsiasi organizzazione sindacale entro il corrente anno e non nel 2015 o 2016 quando anche le organizzazioni diverse dalla Confindustria troveranno un accordo con i sindacati per regolamentare la materia. D’altra parte con la legge Inps e Cnel saranno costretti ad entrare subito in campo per misurare la rappresentatività di tutti i sindacati italiani. Una legge che certamente non piacerà alla Cisl e, forse, neppure alla stessa Cgil, che pure l’ha invocata e continua ad invocarla in maniera ossessiva. Vedrete che bel regalo farà il buon Renzi!

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