lunedì 28 ottobre 2013

Il sindacato confederale batte un colpo

Il sindacato confederale non poteva non battere un colpo di fronte alla legge di stabilità varata dal governo. Non poteva non farlo, se non altro perché i provvedimenti colpiscono ancora una volta lo zoccolo duro della rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil: dipendenti statali e pensionati. Qualche miglioramento potrà pur esserci nel corso dell’iter parlamentare, ma la strada appare decisamente tracciata.
Enrico Letta, in fondo, non ha fatto altro che dare seguito agli orientamenti dei due governi che l’hanno preceduto.
Lo sciopero generale di quattro ore era il minimo che ci si potesse aspettare da un sindacato che appare ormai avviato, sul fronte della membership, a un non breve declino.
I pesanti tagli degli anni scorsi a Caf e patronati impediranno al sindacato di recuperare, con l’assistenza e la tutela individuale, la perdita di iscritti derivante dalla scarsa tutela collettiva.
Al resto penserà Renzi che, tra l’altro, continua imperterrito a sostenere che il 54% degli iscritti al sindacato italiano sono pensionati.


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