Il Lavoro, quotidiano d’informazione della Cgil, nasce
a pochi mesi dalla ricostruzione del sindacato unitario in un’Italia ancora
divisa dall’occupazione nazista. Il primo numero porta la data del 24 gennaio
1945, l’ultimo quella del 26 giugno 1946. L’esperienza, quindi, dura meno di un
anno e mezzo. I direttori responsabili erano Giuseppe Di Vittorio, Achille
Grandi e Oreste Lizzadri. Dal 7 agosto 1945 l’incarico passò a Nino Gaeta, un
nome che è stato quasi cancellato dalla storia della Cgil. Eppure è presente
nei verbali dei Comitati direttivi della Cgil unitaria. Da una sommaria ricerca
è possibile appurare che Nino Gaeta era un socialista il quale nel 1943,
assieme ad altri, aveva ricostituito il Partito socialista italiano a Napoli.
Era stato prima vicedirettore e poi direttore, sempre a Napoli, del giornale la
Voce, quotidiano dei lavoratori del Mezzogiorno, nella cui sede, con la
presenza dello stesso Gaeta, si svolse il Comitato direttivo della Cgil del 2
febbraio 1945. Come direttore de Il Lavoro Gaeta partecipò anche al Comitato
direttivo del 23 settembre 1945, uno dei primi direttivi dopo la Liberazione in
cui furono presenti i membri dell’Italia settentrionale. In quella occasione si
sviluppò un’ampia discussione sul quotidiano.
Costituito da un solo foglio di due facciate Il Lavoro
riportava l’andamento delle vicende belliche, articoli sulle condizioni
materiali delle masse popolari, articoli di cronaca e notizie sportive. Col
passare del tempo si arricchì di edizioni locali e di supplementi. La chiusura
fu giustificata con l’impossibilità di dar conto quotidianamente degli
avvenimenti di ordine generale in maniera tempestiva ed esaustiva avendo a
disposizione solo due pagine. In realtà alle difficoltà di carattere
organizzativo e amministrativo si aggiunsero quelle derivanti dalle difficoltà
del sindacato unitario che si ripercossero nella gestione del giornale.
Nei giorni precedenti la pubblicazione del quotidiano
e nei mesi immediatamente successivi, con circolari in cui prevale la firma di
Grandi rispetto a Lizzadri e Di Vittorio, la segreteria della Cgil chiese alle
strutture territoriali e categoriali di istituire uffici di corrispondenza e di
diffusione del giornale e di inviare l’elenco delle leghe e dei sindacati
esistenti nelle provincie per poter mandar loro in omaggio una copia. Nella
circolare n. 7 del 5 marzo 1945 a firma Grandi e Lizzadri si specifica che
poiché il “Giornale, organo ufficiale della Cgil, pubblica tutti gli atti, i
contratti, la legislazione ecc. interessanti le classi lavoratrici, è utile e
necessario che ogni Ccdl, Lega, Sindacato, ecc. abbia la raccolta completa”.
Un’attenta lettura dei verbali dei Comitati direttivi
della Cgil unitaria del 1945, consultabili online sul sito dell’Archivio
storico dell’attuale Cgil (Archivio
storico CGIL) consente di ricavare non pochi
elementi di quello che è stato il primo quotidiano sindacale del mondo
occidentale: tiratura, numero di redattori, cognome del redattore capo e così
via.
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