Con Raffaele Vanni scompare l’ultimo
dei grandi padri fondatori del sindacato italiano del secondo dopoguerra. Fu
segretario generale della Uil dal 1969 al 1976 (dal 1969 al 1971 assieme al
socialdemocratico Lino Ravecca e al socialista Ruggero Ravenna).
In un libro pubblicato nel
2011(Gli anni della mia Segreteria
Generale Uil) Vanni racconta con ironia che nel momento fondativo della
Confederazione di via Lucullo si discusse molto sul nome da dare alla nuova
organizzazione sindacale. Si pensò anche a Confederazione unitaria lavoratori
italiani. La sigla che ne sarebbe derivata – confessa Vanni – convinse presto
tutti a lasciar perdere. Secondo una testimonianza raccolta nello stesso libro,
nel 1973 lo stesso Vanni rifiutò, nonostante gli fosse stata offerta la carica
di segretario generale, di costituire quel “sindacato democratico” auspicato da
alcuni ambienti conservatori della maggioranza di governo del tempo, dalla
minoranza antiunitaria Cisl di Scalia e da alcuni circoli reazionari di Washington.
Nessun commento:
Posta un commento