Gli ostacoli maggiori ad un
accordo pieno stanno soprattutto nelle differenti culture politiche e
organizzative che caratterizzano le più grandi confederazioni sindacali.
Appare utile, a questo
proposito, riflettere su quanto ha scritto recentemente sul tema l’ex
segretario generale della Cisl Pierre Carniti: “…alcuni
sindacalisti ed alcuni politici hanno addirittura invocato una legge persino
per la regolazione della rappresentanza sindacale. Ipotesi assai eccentrica.
Non fosse altro perché, quando in questa eventualità si dovesse verificare un
contenzioso sugli assetti interni in questa o quella struttura sindacale, sarà
il ministro dell’interno ad avere il potere di dirimerlo. Magari nominando un
commissario. D’altra parte, tenuto conto che le regole verrebbero emanate dallo
Stato, è allo Stato che spetterà il compito di farle applicare. Con il
risultato, assurdo, che l’organizzazione dei lavoratori finirebbe per
trasformarsi silenziosamente da struttura privato-collettiva in una sorta di
agenzia pubblica. Cosa che, per altro, l’Italia aveva già conosciuto in altri
tempi. Con esiti che non possono certo essere rimpianti. La conseguenza
paradossale di questa possibile evoluzione è che, invece di “corporativizzare
lo Stato” (come alcuni avevano, preterintenzionalmente, ipotizzato), si
finirebbe per “statalizzare le corporazioni”.
1 commento:
Oggi, nell'incontro con i grillini, Bersani ha fatto capire che intende regolamentare per legge il tema della rappresentatività sindacale. Da parte loro, i grillini hanno detto che non ne vogliono sapere della parti sociali perché le rappresentano loro.
Dovessimo rimpiangere quel Monti che al sindacato ha dato solo calci in bocca, anche se con eleganza?
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