Non è dato sapere se sul nome
di Giorgio Santini ci sia stato, nei giorni scorsi, un memorabile scontro nella
riunione della segreteria della Cisl, come ha scritto Monica Guerzoni sul
“Corriere della sera”. La candidatura del segretario generale aggiunto della
Cisl nelle liste del Pd anziché in quelle di Monti evita all’organizzazione di
Bonanni di “inquinare” molte delle assemblee congressuali in corso. Anche se
gli iscritti alla Cisl votano, in gran parte, per i partiti del centro destra, sarebbe
stato difficile far digerire la presenza del numero due della Cisl nelle fila
di chi, nell’attività di governo, ha manifestato - oltre ad una scarsa sensibilità sociale - un professorale ed
aristocratico disprezzo nei confronti di tutte le organizzazioni sindacali.
Occorrerebbe piuttosto
approfondire per quale male oscuro da oltre vent’anni nessuno dei tre segretari
generali aggiunti (Morese, Baretta e, appunto, Santini) sia riuscito a
diventare segretario generale e abbia invece scelto, o sia stato costretto a
scegliere, la strada della politica.
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